ΤΑ ΚΕΛΛΙΑ ΤΗΣ ΤΗΝΟΥ

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Και στα Κελλιά με χρώματα άσπρα και ήλιο μεθούν

venerdì 21 ottobre 2016

Pithecussai, oggi Ischia, accoglie i discendenti dei coloni dall’Eubea

29 secoli dopo l’alba di Pithecussai, oggi Ischia accoglie i discendenti dei coloni dall’Eubea

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Lo speciale de La Rassegna d’Ischia del 1984

“Benvenuti fratelli nella vostra città, vostra patria”. Trentadue anni fa, fu con queste parole che l’allora sindaco di Calcide, Ghianni Spano, accolse una folta delegazione di ischitani guidata dall’avocato Nino d’Ambra, che come cultore della storia isolana aveva voluto quello storico incontro. Ventotto secoli dopo la partenza dall’isola di Eubea degli uomini che, navigando verso occidente, andarono a colonizzare una lontana isola a cui diedero il nome di Pithecussai. Era il 19 settembre 1984 quando i discendenti di quei greci fondatori di una nuova città e precursori di quella che sarebbe diventata la Magna Grecia incontrarono la cittadinanza di Eubea, la grande isola madre, in cui non tardarono a ravvisare numerose somiglianze e affinità con la loro isola, Ischia. Fu un momento prodigo di emozioni, un’occasione felice di conoscenza, di scambio, di reciproco e fraterno riconoscimento. Al di là dei discorsi ufficiali, dei saluti del Sindaci isolani e delle autorità euboiche, delle formalità di rito, fu un caloroso e affettuoso abbraccio tra fratelli intenzionati, da quel momento, a non ignorarsi più come era accaduto per quasi tremila anni. E infatti gli ischitani invitarono i calcidesi a Ischia, prospettando come occasione l’inaugurazione del Museo archeologico in via di realizzazione, che avrebbe finalmente custodito e coltivato la memoria dell’alba della Magna Grecia a Pithecussai.

Sembrava un appuntamento vicino. Ma per l’apertura del Museo, ben quindici anni più tardi, quell’incontro non si concretizzò. E neppure in seguito, fino ad oggi. Già, finalmente il giorno è arrivato. Stamattina, approderà a Ischia una delegazione greca per rinnovare e dare nuovo slancio al gemellaggio iniziato in quel settembre ’84. E per ricordare tutti insieme quello sbarco, in un giorno imprecisato di un anno ignoto intorno alla metà dell’VIII secolo a.C., che cambiò il destino della nostra isola, la storia del Mediterraneo e la cultura del mondo allora conosciuto. A prendere l’iniziativa per la “rivisitazione, rimembranze e testimonianze di un evento storico” è stato l’IPS TELESE di Ischia, con il Patrocinio morale del CONSOLATO DI GRECIA A NAPOLI.

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Nino d’Ambra a Calcide
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La visita degli ischitani in Eubea nell’84

“ALLA RICERCA DELLA MEMORIA PERDUTA…E RITROVATA!” è  il tema di questo nuovo incontro/abbraccio, che ha il valore aggiunto di essere stato promosso e organizzato da un istituto scolastico, dunque con un coinvolgimento pieno e attivo dei giovani a cui viene affidata la preservazione e la trasmissione della memoria, al di là dei doveri di buona ospitalità contingenti, che nessuno meglio dei ragazzi e dell’intero organigramma del “Telese” potrebbe assolvere.

E i ragazzi, con i loro insegnanti, hanno curato nei minimi particolari l’accoglienza da tributare agli specialissimi ospiti di oggi. Che faranno sosta in mattinata presso l’istituto di Fondobosso, dove è previsto un incontro/dibattito introdotto dal dirigente dell’Ips, MARIO SIRONI, mentre il ricordo della visita in Eubea sarà rinfrescato dallo storico NINO D’AMBRA, prima degli interventi dei graditi ospiti ellenici. Che così potranno iniziare a conoscere la terra prescelta dai loro (e nostri) antenati di Calcide ed Eretria per fondare anche  nel Mediterraneo occidentale, così come avevano già fatto sulla sponda orientale, un nuovo centro di riferimento per gli intensi scambi con le popolazioni italiche. Oltre che un avamposto per la conquista di nuovi territori sulla penisola al di là del mare, per rafforzarvi la presenza e l’influenza euboiche anticipando la colonizzazione di gruppi provenienti da altre regioni dell’Ellade.

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Il resoconto della visita sul quotidiano di Eubea

Che ad aprire la lunga stagione della seconda colonizzazione di popolazioni greche in Occidente siano stati gli abitanti di Eubea, che a quell’epoca si distinguevano come i più valenti marinai e i più intraprendenti commercianti di stirpe greca nel Mediterraneo, fece una grande differenza, perchè consentì di trasmettere alle popolazioni indigene uno straordinario patrimonio di conoscenze agricole (l’allevamento della vite alla maniera greca e la coltivazione dell’ulivo), tecniche (la lavorazione dei metalli e della terracotta) e culturali (l’alfabeto fenicio adattato dagli euboici alla loro lingua), in grado di produrre un enorme progresso per i contemporanei che di quelle nozioni furono destinatari e beneficiari.  Un contributo che è diventato parte integrante e fondativa della civiltà occidentale, di cui la radice più profonda fu piantata proprio a Ischia. E ventinove secoli dopo, l’isola ricorda e rende omaggio agli artefici del suo straordinario passato.

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