ΤΑ ΚΕΛΛΙΑ ΤΗΣ ΤΗΝΟΥ

ΤΑ ΚΕΛΛΙΑ ΤΗΣ ΤΗΝΟΥ
Και στα Κελλιά με χρώματα άσπρα και ήλιο μεθούν

lunedì 13 marzo 2017

Giornata Mondiale della lingua greca, Napoli, 9 Febbraio 2017: Intervento dell’ ambasciatore di Grecia Themistoklis Demiris: siamo in una città, di cui il proprio nome parla da sé del suo rapporto con la nostra storia e lingua, e che anche essa si sente, e dovrebbe sentirsi, orgogliosa di quello che parla, di quello che è. Come noi.


Sì, devo  ammetterlo. Anch'io sono colpevole. Anche io, come molti altri greci, nel profondo, sono molto fiero della mia lingua. So che non è giusto considerare la mia lingua superiore alle  altre. Perché, infatti, tutte le lingue sono importanti e uniche. Sono  le conquiste  e le prove dei parametri geografici, culturali, economici o sociali complessi . Sono anche   i risultati dei percorsi storici irrepetibili . Ecco perché, ogni lingua  ha il suo splendore, la sua ricchezza, i propri codici. E tante tra loro  sono diventate  il ​​veicolo ideale  per  capolavori stupendi della mente umana.
Ma io, comunque, da qualche parte dentro di me, credo che la mia lingua sia  qualcosa di speciale.
Non è perché è autonoma, e , a differenza di  altre, che appartengono  ai diversi  gruppi linguistici più grandi, essa costituisce  da sola,  un caso  separato.
Non è perché ha una ricchezza incredibile nel suo vocabolario, che molti lo considerano  con più di  circa 2.000.000 forme di parole.
Né  perché ogni parola nella mia lingua  ha una logica, che noi  stessi, da soli, possiamo  scoprire facilmente, attraverso la sua  etimologia.
Non è, anche,  perché, grazie all'utilizzo delle coniugazioni e  dei tempi dei verbi,  e  dei casi dei nomi, si può parlare, sia  con precisione, sia vagamente,  scegliendo ogni volta il grado desiderato di accuratezza .
Non è solo per la musicalità, che l’ assicurano  vocali lunghi e corti , foni , dittonghi, e la successione  dei loro suoni.
Né è perché, grazie a numerosi consunzioni e preposizioni c, si offre, forse,  come nessun altra, per creare nuove parole da parte di chiunque.
Non è perché in questa lingua sono state scritte, poesie, opere teatrali e storie, che hanno definito  il contenuto della parola “classico”
Ne perché  il  greco, con il latino, hanno  consolidato  quello che oggi chiamiamo  “percezione europea” , “cultura europea”, “mentalità europea”. 
Non è anche perché  un gran parte dell'attuale vocabolario scientifico,  dalla medicina alla matematica e dalla psicologia alla fisica,  si ispira di greco
Tutto questo può essere vero.
Ma quello che , per me, soprattutto, può  giustificare il mio orgoglio per la  mia lingua è la sua continuità.  È la sua resistenza.  È questa capacità di sopravvivere, con modifiche,vero, con aggiustamenti resi necessari da cambiamenti nella vita,si,  ma mantenendo, nello stesso tempo,  tutte le sue caratteristiche principali.
Ogni volta che le parole usate di Seferis di Kavafis  di Elytis,  dei  più riconosciuti tra i poeti greci del 20 ° secolo dopo Cristo,  praticamente sono  le stesse che hanno usato   Sofocle o Euripide, 
ogni volta che gli iscrizioni   sulle strade della Grecia sono lette e  capite  da migliaia di persone che hanno imparato  solo il  greco antico, 
ogni volta che un pastore di oggi a Creta o Cipro usa parole che possono essere trovate   in Odissea di  Omero, 
ogni volta che un bambino scrive in un quaderno  in una tabella o sud un tablet  lettere, vale a dire simboli dei suoni  che sono state tracciate in papiro o in marmo  nei  tempi arcaici, ogni volta che un sacerdote legge il vangelo di Luca scritto in greco e  una nonna analfabeta fa la sua croce, 
ogni volta che in San Pietro a Roma si sente  la frase  "Kyrie eleison",  
ogni quale volta  è un a motivo di più  per ammirare la durata  di una  lingua,  che viene da migliaia di anni fa , e si scrive e si parla   senza interruzione, rimanendo in vita, nonostante i cambiamenti cosmogonici  durante tanti  secoli.
E 'per questo, che, anche se non si dovrebbe dirlo, o mostrarlo, siamo orgogliosi della nostra lingua. Anche se le diamo fastidio a volte. Anche se l’ accusiamo  per vari mali che accadono nella nostra educazione, la nostra mentalità la nostra vita.

E non dobbiamo dimenticare che la lingua, ogni lingua, non è solo un modo di  comunicazione. Attraverso essa  e la sua struttura, e imparandola, da quanto siamo bambini, strutturiamo e sviluppiamo  la nostra mente. Il nostro modo di pensare è dettato in gran parte dalla nostra lingua. In altre parole: siamo la nostra lingua. 

E quando abbiamo dentro di noi e dietro di noi, una  lingua come quale, si, forse possiamo essere orgogliosi. Ma l’orgoglio  non va da solo. Abbiamo anche una responsabilità.  La responsabilità di  salvarla  e la consegnarla alle generazione successive. Soprattutto quando la politica contemporanea, la tecnologia e l economia spingano per l’omogeneizzazione dei tutti.

Questo senso di responsabilità al fronte  del futuro, forse qui,  può essere percepito  più che altrove. Perché siamo in un paese di cui, altrettanto   la lingua   viene da molto lontano e, in più, ha legami con la nostra lingua , forse, come nessun altro. E perché siamo  in una città, di cui il proprio nome parla da sé  del suo rapporto con la nostra storia e  lingua, e che anche essa si sente, e dovrebbe sentirsi, orgogliosa  di  quello che parla, di quello che è. Come noi.  
Si, lo so. Non è corretto, o molto gentile  di  dirlo in alta voce e ai   terzi . Ma tra di noi, però, e qui, a Napoli , penso che certamente possiamo. 

Themistoklis Demiris
Ambasciatore di Grecia














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